Ovvero: come sopprimere un’Istituzione ancor prima che venga sostituita normativamente
Lavoratori sospesi
A decorrere dal 31/12/2013 le Province Siciliane saranno sostituite da liberi consorzi di Comuni e, dal 15/06/2013, i Consigli Provinciali risultano già “decaduti”.
Le Province sono state storicamente immolate sull’altare della spending review, sbandierata come vessillo della lotta ai costi della politica ed in Sicilia tutto ciò ha trovato immediata applicazione.
Oggi, si sente fortemente la necessità di portare a conoscenza della collettività provinciale (sino a quando potremo ancora chiamarla così?) la grave situazione che si sta concretizzando nella Provincia di Caltanissetta ed in tutte le altre, nel complice silenzio di chi dovrebbe invece urlarla.
Bene ha fatto il Consiglio Provinciale di Caltanissetta, anche se allo scadere del suo mandato, a far emergere l’estrema gravità delle condizioni economiche del nostro Ente, ipotizzando il suo prossimo “default” in mancanza di un immediato intervento normativo di modifica della finanziaria regionale appena approvata, e rilevando le disastrose conseguenze sul territorio e sulla collettività provinciale già fortemente provata dalla più generale crisi economica.
Va necessariamente evidenziato che tale pesante stato di fatto non può essere imputato ad una cattiva gestione politico-amministrativa dell’Ente (com’è dimostrato dall’assenza di gravi situazioni debitorie nei confronti di terzi), ma va ricondotto ai draconiani tagli operati ai trasferimenti da parte dello Stato (oltre 5 milioni di euro in meno) e della Regione (oltre 4 milioni di euro in meno), rispetto ad un ipotetico ristretto costo complessivo della spesa corrente calcolata dal Responsabile finanziario della Provincia in € 27 milioni circa.
Di fatto, se il Governo regionale non provvederà con estrema urgenza ad assegnare le risorse necessarie a garantire l’erogazione dei servizi essenziali dell’Ente (Scuole superiori, Viabilità provinciale, assistenza ai portatori di handicap. etc.) e parimenti la copertura degli stipendi del personale, potremo assistere all’eutanasia della nostra Provincia e di tutte le altre consorelle siciliane prim’ancora che avvenga la loro sostituzione normativa con i liberi Consorzi di Comuni, con le conseguenze che saranno sotto gli occhi di tutti.
I dipendenti dell’Ente, in quanto anche cittadini della provincia nissena, nutrono serie preoccupazioni per la certificata carenza di risorse finanziarie attesa l’immediata derivata ricaduta economica sull’intera collettività, che sta già sortendo i suoi amari effetti dato che chi dirige l’Ente si troverà costretto a comprimere oltremodo il costo di quelle attività che devono essere obbligatoriamente erogate al fine di non incorrere, nell’immediato, in una interruzione di pubblici servizi. Non si può escludere che si arrivi anche all’impossibilità di garantire i servizi essenziali istituzionali risultando non assicurato, ad esempio, il regolare funzionamento se non addirittura la sicurezza dei nostri figli che frequentano gli Istituti d’istruzione secondaria di II grado o la percorribilità in sicurezza della viabilità provinciale. Il senso d’incertezza e di preoccupazione sul futuro che si sta delineando cresce in modo esponenziale.
L’Amministrazione, tra l’altro, sta imponendo già una cospicua riduzione del salario accessorio dei suoi dipendenti che notoriamente sono beneficiari degli stipendi più bassi del panorama contrattuale nazionale sia pubblico che privato. Va da sé che ogni nucleo familiare interessato attuerà, da subito, una ulteriore contrazione dei propri consumi, gravando a cascata sul mercato locale (già pesantemente segnato dalla profonda crisi) con meno acquisti negli esercizi commerciali e minori richieste di servizi.
Risulta difficile da comprendere, e meno che mai da accettare, come sia stata approvata la legge regionale finanziaria (rectius legge di stabilità) per l’anno 2013 che comporta radicali tagli alle risorse trasferite alle Province isolane senza tenere nel dovuto conto di quelli già operati alle Stesse dallo Stato e valutato di non dover operare alcuna previsione finanziaria pluriennale in favore delle sostituende province, ne degli istituendi consorzi.
Orbene, sta nella lettura dei fatti pensare, per un verso, ai dipendenti provinciali come una nuova fattispecie di esodati e ,per l’altro, che l’ideazione di altre realtà istituzionali, ripartendo dal livello zero, faccia intravedere il rischio del consueto e malsano paradigma del passato: posto pubblicoasseveramento politico.
Per queste ed altre importanti motivazioni si è costituito il Comitato spontaneo del Personale della Provincia di Caltanissetta, con lo specifico obiettivo di supportare quanto intrapreso dalle organizzazioni sindacali locali e regionali per la tutela del posto di lavoro, dei diritti e degli interessi legittimi di tutta la collettività provinciale e del suo territorio, stante la palese mancanza di un disegno organico e definito circa il suo futuro istituzionale ed amministrativo.
Và precisato che il Comitato non nega l’esigenza e l’utilità di una riforma ordinamentale (sentita già da lungo tempo dagli operatori provinciali), ma, nell’ambito della riforma, occorre preliminarmente fissare i paletti della transizione per non determinare la consequenziale e naturale interruzione dei servizi in atto erogati dalle Province.
Il Comitato intende seguire con attenzione tutti i tavoli di lavoro ed iniziative a qualsiasi livello messe in campo per la “riforma delle province” ed auspica che il mandato politico affidato dalla collettività ai nostri rappresentanti nazionali e regionali possa concretamente farsi parte attiva per affrontare il gravissimo problema della gestione dei servizi essenziali in modo tale che si scongiurino interruzioni degli stessi causando ulteriori danni e disagi alla già grave crisi economicosociale che ci attanaglia tutti.
Caltanissetta 19/06/2013
Il Comitato Spontaneo del Personale della Provincia Regionale di Caltanissetta
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