Province: i risultati di un sondaggio dell’Ispo sui Comuni


Per il  64% dei sindaci nessun risparmio da riforma Province

Tratto da UPI 17-10-2013 – Redazione

 ISPO Ricerche per UPI: riforma Province.

online-surveysIl 65% dei sindaci dei piccoli Comuni non considera la riforma delle Province una priorità, il 64% sa che non porterà alcun risparmio, il 63% pensa che farà indebolire i territori. Questi i dati piu significativi della ricerca presentata oggi a Milano all’Assemblea delle Province del Nord  dal Prof. Renato Mannheimer, che analizza l’opinione dei sindaci dei piccoli comuni sulla riforma delle Province varata dal Governo.  Se dunque un  61 % la vede come una opportunità  di razionalizzare competenze, quindi sa bene che c’è bisogno di razionalizzare, non di eliminare, il 57% ha capito che perderà un riferimento e il 63%  è molto più preoccupato dalla mancanza di risorse che dalle riforme. La maggioranza dei sindaci poi è cosciente di non avere personale (53%) e competenze (34%) idonee per svolgere le funzioni delle province, oltre ad essere questo un peso in più di cui dovrà sobbarcarsi (28%).  Si dichiarano poi molto preoccupati, i Sindaci dei piccoli comuni di ricevere le funzioni tipicamente di area vasta: in particolare l’80% dichiara che avrebbe difficolta’ a garantire il servizio di trasporto extraurbano, il 72% il mercato del lavoro, il 68% la formazione del personale, il 57% la gestione del territorio e la tutela ambientale, il 55% i serivzi per la scuola. Mentre non hanno problemi a riprendersi quelle tipicamente comunali: sport, turismo e cultura. Il 51%, infatti  non crede che sarà in grado di gestire i servizi delle Province. Per quanto riguarda le elezioni, il 55% crede serva un modello elettorale che preveda elezioni dirette da parte dei cittadini  o totali (37%) o almeno del Presidente (18%).

POST SU ADDIO PROVINCE


Assistenza e trasporto scolastico per disabili

Tratto dal gruppo Facebook ADDIO PROVINCE

1385611_650480234985969_291060341_nSOLIDARIETA’ A MIA MOGLIE ED A TUTTE LE PERSONE CHE SI SONO INCATENATE ALLA PROVINCIA DI RAGUSA PER OTTENERE IL SERVIZIO A SCUOLA PER LE PERSONE DISABILI. UN APPELLO ACCORATO A TUTTI I SICILIANI ….VENITE ANCHE UN’ORA A FARE PRESENZA ALLA PROVINCIA DI RAGUSA ED ACCORRETE IN MASSA , ABBIAMO BISOGNO DEL VOSTRO AIUTO PER FAVORE!

Si acuisce la protesta delle mamme incatenate

Tratto da Ragusah24 – DI SABRINA GARIDDI / 18.10.2013

Aumenta il numero di mamme che si stanno battendo per l’attivazione del servizio di assistenza e trasporto scolastico per i loro figli disabili. Al quinto giorno di protesta, i genitori rimangono incatenati, dinnanzi la sede della provincia regionale di Ragusa. L’unico spiraglio è la notizia che è stato predisposto il bilancio di previsione da parte del commissario straordinario della Provincia Giovanni Scarso che ha apposto 120 mila euro per l’attivazione immediata del servizio. Tale somma, però, potrà garantire il servizio per appena due settimane, considerato che ha un costo mensile di 265 mila euro. Si attendono adesso le disposizioni che saranno assunte dalla Regione, relativamente alla proposta di far sostenere i costi del servizio di assistenza all’Asp iblea e far svolgere il servizio di trasporto scolastico al personale della protezione civile regionale. Ma su questo fronte, ancora, tutto tace. “La nostra protesta – hanno spiegato le mamme – non è nei confronti del commissario Scarso che sin da subito si è dimostrato solidale alla nostra problematica, tanto da attivare gli uffici nella predisposizione dello strumento finanziario. La nostra preoccupazione – hanno proseguito i genitori – riguarda il mantenimento del servizio affinchè si possa garantire ai nostri figli un normale svolgimento dell’attività didattica”. Intanto stamani alla cgil di Modica si è svolta un’assemblea sulla problematica, anche alla presenza delle oltre 40 operatrici di sostegno che non sono state chiamate in servizio per la mancata attivazione dello stesso.
“Ci dobbiamo impegnare tutti –  ha dichiarato il segretario generale Giovanni Avola –  e cioè utenti e famiglie, istituzioni locali, operatori e sindacato per ottenere i finanziamenti da parte della Regione fino termine dell’anno scolastico, vale a dire giugno 2014”.
Da parte sua, Nicola Colombo, ha chiarito che il servizio deve rimanere sotto l’egida della Provincia perché “solo così si potrà garantire a tutti i lavoratori la continuità dell’impiego e agli utenti la continuità del servizio col personale qualificato e già a conoscenza delle problematiche di ogni singolo studente”.

rilievoaiaceblogliveri

dire e approfondire

Comitato dei Dipendenti delle Province Sarde

in autodifesa dei propri diritti